di Alessia Parisi
MESSINA. Al centro della giornata dei disturbi alimentari c’è la bulimia, la “malattia” della ragazza per la quale è stato istituita questa ricorrenza del 15 marzo. Si tratta di un’eccessiva assunzione di cibo, le classiche abbuffate, seguite da episodi che hanno lo scopo di liberarsi degli alimenti ingeriti come il vomito autoindotto o l’assunzione dei lassativi. Metodi che quando sono frequenti causano scompensi dell’equilibrio corporeo con ripercussioni cardiache.
Gli altri principali disturbi alimentari sono l’anoressia nervosa e l’alimentazione incontrollata.
La prima è caratterizzata dalla perdita di peso, ottenuta tramite una dieta ferrea, il digiuno oppure l’eccessiva attività fisica. Con la perdita di peso diminuiscono la memoria e la concentrazione. Per superare questo problema una delle terapie efficaci è quella cognitivo-comportamentale che ha come obiettivo principale la normalizzazione del peso.
L’alimentazione incontrollata, invece, si caratterizza per la presenza di abbuffate che però non sono seguite da comportamenti compensatori come nella bulimia. La rieducazione nutrizionale, che prevede lo sviluppo di uno stile alimentare corretto, è il primo pilastro verso la cura.