di Marco Cangelosi (3M)

Sono a scuola, mi siedo al mio banco e come ogni mattina ripeto i soliti gesti. Apro lo zaino per prendere tutto l’occorrente scolastico, quaderni, libri e astuccio. Sono ancora un po’ assonnato e poco voglioso delle sei ore che mi aspettano, ma ecco che qualcosa di strano mi sveglia completamente. Non riesco a tirare fuori dallo zaino un libro, fa resistenza, è come se si fosse impigliato. Mi chiedo a che cosa sia impigliato se oramai lo zaino è vuoto? Niente, non c’è niente da fare, tutta la mia forza è inutile, il libro sembra incollato saldamente allo zaino. L’ora di grammatica sta iniziando, ora come spiego alla prof che il libro non l’ho dimenticato, ma che non esce dallo zaino? Certo non mi crederà. Inizio ad essere nervoso ed ansioso, ad un certo punto, mentre impreco nell’ultimo tentativo di tirarlo fuori, ecco che sento una voce che mi dice: “E così impari, spero tu possa prendere una nota”. Mi giro, penso che sia un mio compagno, ma invece no, nessuno mi guarda, sono tutti intenti a sistemare il loro banco e ad ascoltare la prof che parla. Guardo di nuovo nello zaino e non credo a quello che vedo. Il libro si agita, muove le pagine da solo e parla. Sì, parla proprio con me e mi dice: “Spero oggi tu possa prendere un brutto voto e un rimprovero dalla tua insegnante”. “Perché?” Gli chiedo sorpreso, “ma che cavolo ti ho fatto?”.

“Ah, hai il coraggio di chiedermelo? La vedi la mia copertina? Non esiste più, l’hai distrutta a furia di mettere il libro male nello zaino, non ti sei degnato neanche di mettermi una copertina plastificata, di proteggermi dallo stress della pressione nello zaino. Io sono un libro che ti è servito per tre anni, dovevi avere cura di me, più di qualunque altro libro che ha la fortuna di avere una vita stressante solo per un anno. E invece tu che fai? Mi tratti peggio! Agli altri li hai foderati tutti ed invece di me te ne sei fregato. Ed oggi ho deciso di vendicarmi. Non esco da qui, ti faccio prendere una nota. La prof penserà che non hai il libro perché non hai fatto i compiti e manderà una comunicazione a casa. Già rido!!!Ah ah ah!”.

A questo punto gli dico: “Non puoi farmi questo, solo perché ti manca una copertina. L’apparenza non conta, è più importante la sostanza e tu si che sei un libro di sostanza… tu ci insegni a non fare strafalcioni grammaticali, a saper parlare correttamente ed io ti ho sempre studiato più di altri. Ti ho fatto sentire vivo, anziché farti poltrire.

Ti chiedo scusa e ti prometto che farò più attenzione, ma ora non mi creare problemi con la prof.”

Finalmente il libro si rilassa e mi perdona, ma mi avverte che se non cambierò, la prossima volta la nota me la farà dare sicuramente.